domenica 30 settembre 2012

Tisana al finocchio express

Poniamo il caso che è sera tardi, tipo adesso.
Poniamo il caso che state studiando e avete voglia di qualcosa di caldo nonostante le temperature non precisamente invernali che vi regala la stagione.
Un tea non vi va.
Una tisana ai frutti di bosco neanche.
Volete qualcosa di leggero, rinfrescante per il palato e che magari faccia bene al vostro pancino stressato. E di bifidus non ne volete neanche sentire parlare.
Fa capolino dal pensile della cucina una boccetta di semi di finocchio. Senza pretese, nulla di eccessivamente iperbiologico (chissa da dove provengono i semi di finocchio firmati sidis?) che avete comprato quella volta che aspettavate che il macellaio vi tagliasse i petti di pollo a quadretti.
Bene, che si fa allora?
Una bella tisana al finocchio express!

Foto da web

Gli ingredienti non vale neanche la pena scriverli tanto sono banali: acqua, semi di finocchio e un bicchiere di vetro. Ah, non vi dimenticate qualcosa con cui coprire il bicchiere: un vecchio coperchio, un piattino delle tazzine da caffè...
Fate bollire l'acqua, mettete una manciata generosa di semi di finocchio nel bicchiere, versatevi l'acqua bollita dentro e coprite. Fare riposare qualche minuto (l'acqua pian piano diventerà verde).
Voilà, la vostra tisana express al finocchio è pronta.
I benefici che apporta una tisana del genere sono, per lo più, a livello digestivo. Pare che funzioni anche con le colichette dei bimbi ma non ci metterei la mano sul fuoco. Male, del resto, non fa.
Assesta lo stomaco e lascia in bocca una piacevole sensazione di fresco. 
Non vi aspettate un sapore forte e deciso, per quello dovrete affidarvi all'anice. 
Ha un gusto leggero, come se beveste un'acqua aromatizzata. 
Del resto si tratta di acqua bollita con semini...una cosa molto easy ;)

venerdì 28 settembre 2012

Bionda Q.B.

Salve a tutti. Mi presento sono Simona (alias Monilia), direi in linea teorica la meno bionda delle bionde che mi accompagnano in questo viaggio... anche se ammetto che negli ultimi mesi è cambiata in parte la percezione di me da questo punto di vista. I capelli sono rimasti lunghi e mori, ma gli ormoni che mi ballano in corpo si sono divertiti a farmi apprezzare certi aspetti della bionditudine che mai avrei avrei creduto di poter sperimentare :) Vi lascio nell'incertezza, capirete col tempo (ecco vedete? è tipico di una bionda non prendersi la noia di concludere un argomento. Non sempre serve spiegare, si può attendere).

Quale sarà il mio contributo in questo blog? ah. ottima domanda. Non ne seguirò la parte tecnico-grafica (a dire il vero a livello informatico sono biondo platino ossigenato... avete presente Catarella? ecco. io pratico l'informaticcia, più che l'informatica...)
Non mi trucco, quel poco che so fare l'ho imparato dai tutorial in rete e di certo non ho acquisito le competenze necessarie per trasformarmi a mia volta in guru del maquillage.
Qualcosa però dovrò fare no???
Pensa che ti ripensa sono approdata ad una mia passione, una cosa che amo fare (certo. non sempre e non comunque) che ho imparato a fare essenzialmente da sola, e in cui pare che col tempo sia migliorata abbastanza (specie visti gli esordi non esattamente memorabili) al punto da sentirmi spesso dire "che buono!"
Sarete anche lettori di un blog che fa della platinatezza cheratinica il suo tema portante, ma non siete idioti: sì, vi parlerò di cucina :)

Foto da web
Partiamo dagli esordi. 

Sono figlia unica in una famiglia in cui mia madre era maTre totalitaria: qualunque cosa io facessi che avesse attinenza con la sfera domestica, lei ci teneva a rimarcare che lei l'avrebbe fatta:
  1. diversamente 
  2. più rapidamente
  3. meglio. Sopratutto meglio.
Constatando ciò e non propendendo caratterialmente per lo scontro, ho optato per l'opzione "c'è mamma fa lei". Ho visto cucinare per anni, ma fisicamente fino ai 25 anni, quando sono andata a convivere, non sono andata oltre al caffè...
Questa premessa è INDISPENSABILE e capirete sempre col tempo il perchè.
Con un quarto di secolo sulla groppa quindi la sottoscritta va a convivere col sul amore e che fa? Cucina. Caffè? no. Non solo. In 25 anni comunque avevo fatto praticamente poco o nulla, ma a livello di osservazione visiva ero avanti... Anche se la cosa non mi interessava più di tanto, non potevo chiudere gli occhi mentre la maTre passava ore in cucina a spignattare... Quindi diciamo che le basi le avevo, e morti di fame non siamo. Pasta, bistecca, insalate, verdure lesse.... Una cucina di sopravvivenza, quindi. Che però alla lunga annoia... specie per chi come me e il mio compagno ha comunque l'abitudine di mangiare bene e di cambiare spesso (anche mia suocera se la cava egregiamente ai fornelli...)
E così, impietosita dall'espressione avvilita del mio lui davanti all'ennesima costata ai ferri e annoiata anche io dalla pasta col sugo di pomodoro mi son detta: boh, proviamo....

Accelero un po'. Come tutte le bionde tendo alla logorroea.

Ho acquistato qualche libercolo piccino con ricette base a prova di idiota... In edicola ne trovate tante: lasciate stare le più blasonate, concentratevi sulle piccoline e sconosciute ai più. Fate il test "gnucco": scegliete a caso una ricetta: se scorrendo la lista ingredienti ne trovate più di tre di cui non sapreste dire se sono di origine animale, vegetale o minerale, riponete la rivista sullo scaffale... Idem se la domanda che vi sale spontanea alle labbra leggendo le ricette è "dove lo compro questo???" Non è l'ingrediente "strano" a fare buono un piatto. Per il mio anniversario di nozze ho fatto una zuppa di patate e funghi, un piatto povero: ma se non la fai bene non sarà mai buona... ricorderà solo un purè riuscito malamente.

Partite con ricettine semplici, che non richiedano abilità manuali particolari, e se serve, usate le scorciatoie. Una pie di carne e verdure fatta usando la sfoglia surgelata sarà comunque meglio e più sana di una torta salata That's amore.... arrivate a un compromesso, non serve essere talebani. Prendetevi il tempo che serve, specie all'inizio: cucinare non è una pratica esclusiva. Ma finchè i tempi di preparazione e cottura non si comprendono un po', evitate di stirare mentre cucinate un piatto: il passo da ben cotto a bruciato è irrisorio, e quando sentite l'odore è già troppo tardi.

Altro step nella scalata al fornello è stato rompere le palle alle rispettive genitrici per chiedere come diavolo si facesse a rifare i nostri piatti preferiti, quelli che quando te li fa mamma ti si scalda il cuore... tipo nel caso mio erano i piselli in umido... Mia mamma li fa dolci, delicati, che ti si sciolgono in bocca.... i miei venivano o troppo salati o troppo dolci, e inevitabilmente finivano per seccare troppo a causa della lunga cottura.... ancora oggi i piselli di mia mamma sono un'altra cosa. Ma a furia di tentativi mi ci sto avvicinando. Non sono mancati episodi tragicomici, di quelli che ti restano impressi nella loro grottesca ilarità... Nella famiglia del mio compagno il piccante piace, nella mia non si sa nemmeno dove stia di casa (credo che il barattolo di pepe che mia madre ha in dispensa sia quello comprato appena dopo le sue nozze, 35 anni fa...) Questo per chiarire che le mie competenze sul piccante erano inesistenti... Un giorno S. (il mio compagno, troviamo un modo di accorciare...) mi chiede una pasta aglio olio e peperoncino.
Che scemata direte voi.
Anche io.
Oggi.

Lui chiama mammà, si fa spiegare come si fa, mi gira le istruzioni e io mi ci metto. Piccola premessa. Mia suocera ci aveva dato un Bormioli da mezzo kg riempito della sua scorta personale di peperoncino calabrese secco, quando abbiamo lasciato il nido. Bene. Soffriggo l'aglio nell'olio, lascio rosolare (ok, lo brucio. Sì, lo ammetto... inizialmente le cotture erano un po' casuali...) tolgo il moncherino carbonizzato di aglio... e ora devo mettere il peperoncino. E mi perdo in una di quelle analisi quantistiche tipiche delle more... sarebbe stato sufficiente spegnere il cervello e mettere il (articolo SINGOLARE maschile) peperoncino nell'olio e via. Invece? Invece la sottoscritta prende il Bormioli (da mezzo kg) dalla dispensa e .... PENSA!!! Ragiona, quantifica, analizza. Se tua suocera ti ha dato un vaso da mezzo kg di peperoncino, probabilmente la singola dose di peperoncino che va usata è in parte proporzionale alla scorta complessiva che ti è stata data. Ci saranno 3000 peperoncini in questo barattolo.... mica ne dovrò usare uno alla volta: starebbe a dire che mi ha dato peperoncino sufficiente per la nostra intera esistenza terrena ed eventualmente anche per quella ultra terrena.... Ok. Escludendo che il peperoncino da mettere sia uno, escludendo l'ipotesi di svergognarti davanti alla suocera telefonandole con l'arguta domanda "L, quanti peperoncini ci vanno nella ricetta?" che fai? Continui a ragionare... e per assioma deduci che il peperoncino è come il pepe nelle ricette. Ti dicono forse quanti granelli di pepe servono per fare una cacio e pepe? No. OVVIAMENTE.

Ti scrivono "pepe e sale Q.B."
Quanto Basta...

Una manciata scarsa di peperoncini calabresi era quanto bastava a mio avviso quel giorno per quella pasta aglio olio e peperoncino.
Sorvolo sulla descrizione degli effetti sull'incarnato, sulla respirazione, sulla circolazione cardiovascolare, sulla sudorazione, sulla produzione lacrimale e salivale che quel Q.B. di peperoncino ha avuto su di noi quel giorno...

Cosa ci ha insegnato questo aneddoto? 
  1. che abbiamo una scorta di peperoncino calabrese in casa che ci sopravviverà senza alcun dubbio.
  2. mai avere paura di chiedere una delucidazione in più (a tutt'oggi chiamo sempre mia madre perché non mi ricordo mai se il polpo si cala ad acqua fredda o già in bollore.... e non ridete. Siete voi quelli che sono qui a leggere un blog di BIONDE!!!)
  3. i Q.B. nella vita servono. E vanno osservati con scrupolo...
Non avrò in questo mio spazietto una struttura molto organizzata... vi riporterò ricette che ho sperimentato (e che siano risultate alla prova assaggio riuscite e soddisfacenti), vi parlerò di verdure (perchè lavoro con le verdure e ho imparato a conoscerle bene), vi parlerò di una convinzione che si sta facendo spazio in me: siamo quello che mangiamo, e se mangiamo bene (con la testa) non sarà necessario ricorrere a integratori di sintesi per sopperire alle "carenze".

Ora vi lascio. Prendo il mio carrellino da nonnetta fashion (rosso a pois bianchi) e vado a fare scorte di verdure: al momento il mio corpo ha bisogno di calcio, magnesio e potassio ;) Vado a fare rifornimento dal fruttivendolo.
A presto!

Simona

giovedì 27 settembre 2012

"Giovedì gnocca!" - Marilyn Monroe makeup tutorial

Foto da Web
Come potevo non pensare di inaugurare questa rubrica con un makeup tutorial ispirato a Marilyn Monroe, la nostra musa ispiratrice, la blonde che più blonde non si può!

Parliamo di un look retrò molto glamour e femminile, che si basa su pochissimi elementi : 

incarnato di porcellana, eyeliner nero intensissimo e labbra rosse sexy.


Veniamo a noi! Cosa ci occorre per realizzare questo makeup?!


Per il trucco occhi

Primer ("I <3 stage" eyeshadow base, essence)

Ombretto  color crema ("dune", dalla palette della Sleek, I-Divine ultra matts v2)

Ombretto  marrone medio ("buck" dalla palette dell'Urban Decay, Naked)
Eyeliner nero ("blacktrack" Fluidline Mac)
Mascara  ("get big lashes" essence)
Ciglia finte  (Peggy sage)

Per il trucco viso
Primer ("Lisse minute" base comblante, Clarins)
Fondotinta (Anti-age foundation, Kiko 04 beige rose)
Correttore (Pro longwear concealer mac, nw25)
Cipria (HD High definition, makeup forever)

Bocca
Matita rossa ("red blush" lipliner essence)
Rossetto rosso (pro long wear Mac, A50)
correttore (Pro longwear concealer mac, nw25)

Guance
blush ("Glow belle", 8-colour glow kit, popbeauty)





Trucco occhi:
Stendiamo il primer su tutta la palpebra.



Applichiamo l'ombretto color crema su tutta la  palpebra mobile.



Con un pennello a penna posizioniamo l'ombretto marrone chiaro  nella piega dell'occhio sfumandolo successivamente con un pennello da sfumatura; 

in questo modo creiamo una zona d'ombra che darà più tridimensionalità allo sguardo.



Disegnamo una linea con l'eyeliner liquido o in gel, più sottile all'inizio e leggermente più spessa verso l'esterno, terminiamo con una codina allungata verso l'alto;


Completiamo applicando tanto tanto mascara e un ciuffetto di ciglia finte verso l'esterno dell'occhio per ottenere lo sguardo da perfetta  "bionda svampita" ;)


Trucco viso:

Stendiamo su tutto il viso un primer adatto, che ci aiuterà a uniformare l'incarnato. Applichiamo il fondotinta e correggiamo le varie imperfezioni e occhiaie con il correttore.

Fissiamo la base con una leggera spolverata di cipria.



Trucco labbra:

Disegnamo il contorno delle labbra con la matita rossa, riempiamo anche l'interno. 

Per applicare al meglio il rossetto aiutiamoci con  un pennellino.
Se necessario correggiamo con il correttore e un pennellino pulito le eventuali sbavature.



Infine un tocco di blush sugli zigomi e voilà! Pronte a far cadere ai vostri piedi tutti gli ometti in circolazione ;)




A presto... gnocche! ;)

p.s. lo smalto che indosso è il 92 new dehli di Mavala.



Monia <3

mercoledì 26 settembre 2012

Radiohead a Bologna: il resoconto di una fan della prima ora.

Ok, gente.

Son passate diverse ore, ma sono ancora frastornata da quella tempesta perfetta di suoni e luci che è stato il concerto dei Radiohead, ieri sera all'Arena Parco Nord di Bologna.

Oramai si è già scritto tutto sull'evento, quindi probabilmente non vi racconterò nulla di nuovo su come era figo il palco, sui pezzi della scaletta o sullo scazzo di Thom che manda affanculo Johnny per un problema di rientri nel microfono, proprio nel bel mezzo di uno dei pezzi più intimisti e toccanti del loro repertorio, Exit Music



E' tardi e i giornalisti hanno già fatto il loro lavoro la notte scorsa, alcuni bene, altri molto male (sigh! - oggi ho letto un pezzo che sapeva proprio di cartellino timbrato: "mi tocca scriverlo, ma non so quasi chi siano, vado su Wiki e scopiazzo due note biografiche, ci metto qualche aggettivo enfatico e mi porto a casa lo stipendio"). 

Io non farò meglio di loro, perché non scrivo per mestiere. Ma ho qualcosa in più: io sono una FAN! :) Dunque, sono sicuramente di parte, ma almeno li conosco benissimo e non vi darò informazioni prese da Wiki! ^___^

L'arrivo.

Dopo un'attesa durata 9 anni (l'ultima volta che li vidi fu a Ferrara nel 2003, durante il tour di Hail to the thief), ieri sera io e mio marito, entrambi fans della prima ora, abbiamo varcato insieme a venticinquemila devoti, i cancelli dell'Arena: uomini, donne, ragazzini e over 50, un fiume eterogeneo di gente da tutta Italia e anche qualche straniero. Tutti lì per vedere loro, la band che più di tutte, in oltre vent'anni di carriera, ha saputo evolversi da un rock piacevole, ma tutto sommato "semplice", a inaspettate sperimentazioni elettroniche, diventando un faro nel panorama musicale odierno e sottraendosi a facili definizioni di genere.

Foto da Repubblica.it
Il palco è imponente, è ancora tutto spento, la gente prende posto dove può… ecco, come avrei desiderato in questo caso essere bionda, per poter corrompere qualche maschietto ed avanzare un po' più sotto il palco…. Certo, anche una ventina di centimetri in più di gamba avrebbero fatto la differenza (mamma, perché mi hai fatto gnoma?), ma per fortuna dal punto in cui ero vedevo almeno i video e i giochi di luci e immagini. E poi si sentiva bene, senza danni per i miei già provati timpani.

L'inizio.

Poco dopo le 21.30, ecco che arrivano sul palco! 
Tutto si illumina, parte la base ritmica di Lotus Flower e il pubblico esplode! Thom ha la voce ancora un po' fredda, si sente che fa un po' di fatica sulle note alte, ma chissenefrega, come ha scritto qualcuno in questi giorni, mica vai a vedere i Radiohead per una lezione di bel canto!!! Che però arriva, perché Thom ha quel modo di cantare così toccante, così struggente, e la sua voce è così perfetta mentre si fonde con quell'arabesco di suoni che è la musica dei RH, che davvero non potresti volere nulla di più. 



Il concerto.

La musica continua con l'alternarsi di pezzi pompatissimi e ritmati ed altri pieni di atmosfera. Bloom, 15 Step, e finalmente Lucky, il primo pezzo tratto da Ok Computer, album meraviglioso, perfetto, il disco di passaggio dal loro periodo più genuinamente rock, alla strada sperimentale che personalmente preferisco e amo in modo sviscerato.

Seguono altri 12 pezzi, tra cui spiccano There There (sul cd, l'esplosione di chitarre al minuto 3:57 vi cambierà la vita!), la splendida Pyramid Song, la meravigliosa You and Whose Army?, la potente I Might be Wrong, la versione riarrangiata di Planet Telex (da The Bends)… ma è difficile fare delle scelte, perché questo simpatico complessino, per dirla alla Elio, in tanti anni non ha mai sbagliato un colpo: ogni album è una collana di diamanti.  

Gli effetti scenici.

Le solite malelingue, le stesse che dicono che Thom Yorke ha cantato male a Roma, hanno avuto da ridire anche su questo aspetto: "Eh, quando una band comincia ad affidarsi agli spettacoli pirotecnici vuol dire che non ha più niente da dire!".

MA… STIAMO SCHERZANDO? Questi sono discorsi da vecchi dentro, da gente che non ha capito che questa non è solo una band musicale, ma una band MULTIMEDIALE! I Radiohead hanno sempre prestato la MASSIMA attenzione ai nuovi media, all'arte digitale, alla tecnologia. E dal vivo hanno sempre creato degli spettacoli particolari e avveniristici: ricordo perfettamente l'allestimento all'Arena di Verona nel 2001 perché io c'ero anche lì, care le mie malelingue! :)
E tutto questo non esclude che siano, non solo grandi compositori (alcuni loro brani sono stati ripresi da musicisti classici e jazz, dimostrando di essere davvero oramai pezzi di MUSICA CLASSICA!), ma ottimi musicisti e innovatori! 



Comunque, tornando all'argomento, forse anche per il lavoro che faccio, ho apprezzato moltissimo quello che accadeva attorno a loro sul palco: dei pannelli quadrati (6 fissi in cima al palco e una decina mobili, retti da cavi) riproducevano particolari dei musicisti, mani, strumenti, viso, piedi… durante non ricordo quale brano, il viso di Thom era scomposto in tanti pezzi, come fosse esploso! E ora a colori, ora in bianco e nero, ora con effetti grafici e cromatici che ricordavano a volte certe foto realizzate con Hipstamatic per iPhone, ma in movimento! E dietro i pannelli di luci a led, che creavano giochi e atmosfere unici!


I bis.

Thom e compagni tornano sul palco due volte. 

Il primo bis si apre con la bellissima e strafamosa Exit Music, canzone su Romeo e Giulietta. Come già detto sopra, a metà Thom si interrompe, sibilando verso Johnny Greenwood una amabilissima frase tipo "Johnny, turn that fucking mic off"… con relativa occhiataccia, enfatizzata dai mega schermi che in quel momento erano tutti per il suo viso. Dopodiché riprende come se nulla fosse accaduto, esattamente dal punto in cui si era fermato. :) Deve avere un bel caratterino, il mio Thom.
Seguono The Daily Mail, Myxomathosis e la inarrivabile Paranoid Android. Brividi.

Il secondo bis parte con la malinconicissima Give Up The Ghost (Doooon't huuuurt meeee… ripete Thom in una litania ipnotica), prosegue con House of Cards, Reckoner e chiude con la splendida Everything In Its Right Place, introdotta dall'incipit di True Love Waits (I'm nooooot liiiiiviiiiing, I'm just killing tiiiiiime…).

I nostri eroi lasciano il palco tra gli applausi qualche minuto prima di mezzanotte e a noi non resta che fare mestamente ritorno sulla Terra, dopo questo viaggio sull'astronave Radiohead.

Il pubblico.

Come dicevo, eterogeneo e molto pacifico. Nessun incidente, nonostante la moltitudine. Lasciatemi però rivolgere invettive e anatemi sparsi alle seguenti categorie:
  1. Le persone alte.
  2. Le persone con capigliature ingombranti.
  3. Le persone alte e con capigliature ingombranti.
  4. Le ragazze che si arrampicano sui loro poveri fidanzati succubi (tappetini, ribellatevi!!!) e rimangono lì per tutto il concerto, impedendo agli altri di vedere qualcosa.
  5. Quelli che, pur avendo sborsato la cifra non esattamente popolare di circa 60 € per essere lì, non hanno fatto altro che chiacchierare, disturbando anche durante l'ascolto dei pezzi più intimisti. 
Ma, cosa vi dice il cervello???? Statevene a casa, risparmierete in tempo di crisi e renderete oltremodo felice me e un sacco di altra gente!

Bene, mi pare di aver detto anche troppo; ma io sono una fan, qui c'è un cuore che batte, mica scrivo per soldi! ^___^ 
E allora lasciatemi sbrodolare in pace il mio amore per questo gruppo stupendo. 

Ah, dimenticavo. Al concerto c'era una bionda, la bionda più famosa del mondo, quella a cui sono state dedicate mille canzoni, che ogni tanto si tinge di rosso, che a volte si mostra in tutta la sua bellezza, a volte si nasconde un po': la Luna! E lei sì che aveva un'ottima visuale!!!



Alla prossima! ^___^

martedì 25 settembre 2012

Vivere con una bionda

Vivere da sempre con una bionda ti fa pensare di essere immune da certe stranezze che solo le bionde possono permettersi. E le guardi quasi con aria di compatimento quando sorridono  al cameriere dopo aver versato la quarta bustina di zucchero nel caffè O__O
Ecco. Non hai fatto i conti con quel "blonde power" che finisce per corrompere anche le more più incallite e ti trasforma, subdolamente,  in una bionda per osmosi o, come nel mio caso, in un ibrido rosso: nè bionda nè mora. E alla fine ti sorprendi a sorridere al macellaio, con la stessa aria ingenua, dopo aver fatto cadere il cestino contenente i numeri dell'eliminacode, causando una pioggia di coriandoli in piena estate. D'altronde, quel centro commerciale meritava un diversivo :D
Insomma, alla fine impari a non ribellarti. Anzi, ci provi quasi gusto a comportarti da bionda, proprio come la spassosissima Sandra Bullock ;)



Lilla, l'altra metà di Narcysa

lunedì 24 settembre 2012

Blondie

“Un signore accanto a me sta leggendo il Corriere della Sera. Per darmi un tono, come minimo, dovrei leggere il Sole24h”


“Sei bionda, puoi permetterti di leggere un album da colorare”


Quando abbiamo deciso il nome del blog abbiamo pensato che ironizzare sulla secolare “discriminazione” che grava sulle bionde sarebbe stato divertente e per cominciare quest’avventura, io, Narcysa, la bionda più bionda del promiscuo gruppo tricotico che vi terrà compagnia, vi voglio parlare di  un’illustre signora: Norma Jean Becker.
Norma Jean era una moretta carina, forse con delle sopracciglia un po’ troppo cespugliose e dei fianchi morbidi. 
Una bella ragazza, certo, ma bella come tante altre. Finchè un giorno decise che doveva essere bionda (sì, il nome del colore della sua tintura per capelli era proprio “Dirty Pillow Sleep”) e che il mondo poteva essere suo. 
E per farlo si inventò il nome Marilyn.
Marilyn Monroe.

                                                                                               ( foto da web)

Pensando a lei mi viene in mente che il mito della bionda “bella e stupida” nasce proprio negli anni ’50. Ma Marilyn non era affatto stupida. 
L’ossigeno che usava per schiarire i suoi folti capelli corvini non le intaccava affatto il cervello e seppe costruirsi, su sorrisi e ammiccamenti, una carriera sfolgorante che, insieme alle oscure circostanze della sua dipartita, la portarono sull’Olimpo delle icone immortali.
Del resto, però, Marilyn è un mito e non c’è storia e parlare di lei è come parlare di Pellegrino Artusi disquisendo di cucina.
Bisogna ben analizzare la questione e arrivare ad una innegabile realtà: siamo circondati da bionde.
Bionde ovunque. 
Con tonalità nella scala di colore dal 7 al 9 (sì, donne in ascolto, lo so che voi mi capite) naturali o tinte. Bionde, un’invasione di bionde.
Perché?
Me lo chiedo in effetti. 
La letteratura in materia, strano ma vero, esiste e ci fa capire che il biondo, sin dall’antichità, era considerato il colore del bello, del divino, del proibito. 
Le donne hanno sempre fatto di tutto per tingersi i capelli (gli esperimenti tricotici medievali fanno accapponare la pelle, ma le donne, si sa, pur di apparire più belle, non esitano ad essere le loro più spietate carnefici) e migliaia di parrucche bionde della nobildonne fiorentine, furono arse nel Rogo delle Vanità.
Ora però una cosa non mi torna: come ci siamo arrivate all’equazione Bionda=Stupida se prima “la gialla chioma”, per citare Yeats, era simbolo di regalità?
Colpa di Marilyn? Degli anni ’50? Dei conservanti negli yogurt?
Io non lo so. 
So solo che sfoggiando una chioma bionda dalla nascita, certe cose mi vengono permesse dalla società più che ad una donna bruna. Tutti sono più indulgenti con le bionde, si sa. Perché poverine, non ci arrivano.
E questa… questa è una cosa splendida!
Perché è una grande potere, donne!
E perché vi voglio svelare un segreto che tento di inculcare nella bruna testolina di mia sorella maggiore, da tanti anni: la bionditudine è uno stato mentale.
Sì signore, è solo questo. 
Niente di più, niente di meno.
E’ quella leggerezza dell’essere che vi fa mettere un tacco 12 per andare a fare la spesa e che poi, quando inciampate con la scarpa nella piega del jeans e vi salta dal piede impunemente in mezzo alla strada, vi permette si zompettare giulive sull’asfalto, con un piede solo, davanti agli occhi attoniti del parcheggiatore abusivo, per recuperarla.
E’ quel brillio dorato dell’anima che vi fa sentire meno severe con voi stesse.
E’ quel luccichio negli occhi che vi fa sorridere al commesso al supermercato e che vi farà portare la spesa in macchina. E senza mostrare la scollatura.
E’ quel prendersi poco sul serio e sorridere della propria “svampitaggine”
La bionditudine è dentro di voi, che vi piaccia o no. 
Non combattetela, servirebbe solo ad abbrutirvi.
Sfoggiate il vostro rossetto rosso più bello. Se non l’avete mai indossato, provateci, il rossetto rosso dà potere. Potere biondo.
Noi con le nostre chiacchere vi aiuteremo a scoprire il vostro lato biondo.
Magari, voi, nelle bionde, riuscirete a trovare il lato bruno ;)


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